Una adorabile storia di amore, amicizia, senso del dovere e lealtà verso tutto e tutti.
La principessa dei Toll, scampata in tenera età, alla voracità dei mostri chiamati Bergen prende molto sul serio la missione del suo popolo. Un popolo che collegato all’Universo dell’amore si occupa giornalmente di felicità, abbracci e feste costanti. Un popolo colorato, felice e sempre ottimista. L’unico che si oppone, o forse meglio dire che ha rinunciato a ragion veduta a questa filosofia di vita, è Branch – un troll spento da un trauma – e che mette in guardia la piccola principessa dall’attrarre l’attenzione dei Bergen.
L’ottimismo purtroppo può causare qualche problema e la piccola Poppy – la principessa – vivrà anche lei il suo dramma personale. Sfortunatamente la gioia, i suoni e i colori delle loro feste finiscono per rivelare la loro posizione al nemico e ci sarà di nuovo un traumatico rapimento di gruppo.
Tra i rapiti c’è il suo vecchio padre e anche il suo innamorato segreto e nulla può fermare il senso di dovere della nostra Puppy che senza esitare parte al salvataggio del suo popolo. Fortunatamente si scopre che non sarà sola in questa avventura e che l’accompagnerà Branch, il gentilissimo ragazzo “troppo razionale”, cioè spento, ma molto più versato nel mondo della realtà, cioè quella dei Bergen. Insieme compieranno la loro missione ben oltre quanto sperato.
I Trolls non sono personaggi di recente creazione, la loro nascita risale al 1959 per mano del danese Thomas Dam. Oggi la grafica ne ha fortemente addolcito i lineamenti e in questa avventura cinematografica una oculata colonna sonora – la rivisitazione di brani storici come The sound of Silence ( Simon & Garfunkel ), True Colours (Cindy Lauper), September, (Earth, Wind & Fire), Can’t stop the feeling, hanno fatto di questo cartone animato una piccola opera d’arte, un vero musical stile Mary Poppins e Tutti insieme Appassionatamente.
Il portento e la grazia di questo film di animazione non è solo nella piacevolezza cromatica e/o in quella sonora o come qualcuno ancora non smette sentenziare, cioè la sua “leziosità stucchevole”, ma è un qualcosa di molto più travolgente e profondo. Nulla che ha a che vedere con femminilità o mascolinità. Ma fonda le radici nell’anima dell’essere umano.
L’essere umano che non accetta la presenza del male, l’essere umano che sa di essere spesso oggetto e ancor più spesso soggetto di ciò che lui stesso odia. Per questa ragione la pellicola ci ricorda che una via alla soluzione di questa pestis antiqua esiste da-con-nell’uomo stesso. Positività ed amore ad oltranza. Soprattutto crederci senza dubitare.
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