IV Domenica del Tempo Ordinario – Anno B – 31 gennaio 2021
E’ bene non fare il male ma è anche male non fare il bene
Dal Vangelo secondo Marco
“In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea”.
Il bene vince sempre sul male. “Tu sei il bene, tutto il bene, il sommo bene”. Così ci insegna san Francesco parlando di Dio. Il male e chi lo impersona è perdente e la sua personificazione lo sa in partenza. Non c’è storia, non c’è speranza che il male vinca, eppure, indomito, vuole combattere, non vuole sottomettersi, non vuole riconoscere il predominio del bene. La lotta tra il bene e il male affonda le sue radici fin dalle origini dell’uomo stesso. Basta pensare a Caino ed Abele. Una lotta che non ha mai cessato d’essere protagonista nel cuore e nell’agire dell’uomo. Una lotta interiore che ha interessato tutti, nessuno escluso. San Paolo diceva a tal proposito: “Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c’è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio” (Romani 7,18-19). Nel libro dell’Esodo invece è detto: “Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male” (Deuteronomio 30,15); siamo continuamente chiamati a scegliere da che parte schierarci. Sappiamo altrettanto bene che una cosa è scegliere e altra vivere, praticare. Purtroppo le nostre migliori intenzioni si infrangono sugli scogli delle nostre debolezze e fragilità. Ma a Dio non tanto interessa il risultato, la quantità, quanto piuttosto le nostre intenzioni. Perché per quanto generoso possa essere il risultato sarà sempre minimo dinanzi la grandezza di Dio. Le intenzioni invece ci avvicinano a lui nella qualità.
“E’ bene non fare il male ma è male non fare il bene”, afferma Sant’Alberto Hurtado. Allora necessita comprendere come è di vitale importanza allearci col bene e perseguirlo con tutte le nostre forze, consapevoli che solo in Dio e con Dio possiamo conoscere l’ebrezza e le vertigini del bene.
Gesù, nella sua itineranza, spesso, come è raccontato nei vangeli si incontra con le forze del male che talvolta possedevano le persone e le tenevano imprigionate. Lui le libera tutte da ogni vincolo scacciando il diavolo, imponendo la sua forza, la forza del bene che vince il male. Lui stesso fu tentato quando, dopo quaranta giorni di digiuno nel deserto, fu avvicinato dal diavolo. La sua resistenza fu forte, audace e vincente. Ad ogni provocazione rispose appellandosi alla Parola di Dio. Ecco il segreto per vincere ogni battaglia contro il male quando ci avvicina, vuole convincerci, persuaderci, ammagliarci con le sue bugie e i suoi falsi e ingannevoli miraggi. Essere radicati costantemente e permanentemente in Dio. Respingere ogni assalto confidando nell’aiuto e nel soccorso di Dio. Non le nostre forze, ma quella di Dio.
Quando siamo sommersi, circuiti, come direbbe san Pietro nella sua prima lettera:” Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede…”, dobbiamo resistere, respingere rifugiandoci in Dio. Invocare aiuto. Allora, come nel vangelo odierno, Gesù stesso intimerà alla forza del male che vorrebbe dominarci e prevalere: “Taci! Esci da lui!”. Con il diavolo non si combatte, non si dialoga, lo si deve solo respingere, rifiutare con la forza della parola di Dio. Il bene vince sempre sul male. Alleiamoci dunque con chi del bene è la sorgente viva e inesauribile.
Fratelli,
la fede ci dice che tutto coopera al bene per quelli che Dio ama.
Esprimiamo questa nostra certezza
presentando al Signore le necessità dell’ora presente.
R. Mostraci, Signore, la tua misericordia.
Per il popolo santo di Dio,
perché manifesti la fedeltà al messaggio evangelico
nell’amore ai nemici e nella solidarietà verso tutti, preghiamo. R.
Per i ministri del Vangelo,
perché siano i primi uditori e testimoni della Parola
che annunziano al popolo di Dio, preghiamo. R.
Per i fidanzati,
perché scoprano il valore umano e soprannaturale del loro amore
per costruire la famiglia, prima cellula della società e della Chiesa, preghiamo. R.
Per i coniugi separati,
perché alla luce della parola di Dio, con l’aiuto e la comprensione dei fratelli,
possano riscoprire il senso cristiano della vita
e in ogni caso non disperino della misericordia del Padre, preghiamo. R.
Per noi qui riuniti in assemblea,
perché la chiamata del Signore risuoni profondamente nel nostro spirito
e ci guidi a una vera conversione, preghiamo. R.
La tua bontà, signore, non ha confini;
concedi a noi e a tutti gli uomini
la gioia di sperimentare
quanto la tua misericordia
è più grande del nostro cuore.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
O Signore, che ci hai nutriti con il dono della redenzione, fa’ che per la forza di questo sacramento di eterna salvezza cresca sempre più la vera fede. Per Cristo nostro Signore.
Dal Vangelo secondo Marco
“In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea”.
Il bene vince sempre sul male. “Tu sei il bene, tutto il bene, il sommo bene”. Così ci insegna san Francesco parlando di Dio. Il male e chi lo impersona è perdente e la sua personificazione lo sa in partenza. Non c’è storia, non c’è speranza che il male vinca, eppure, indomito, vuole combattere, non vuole sottomettersi, non vuole riconoscere il predominio del bene. La lotta tra il bene e il male affonda le sue radici fin dalle origini dell’uomo stesso. Basta pensare a Caino ed Abele. Una lotta che non ha mai cessato d’essere protagonista nel cuore e nell’agire dell’uomo. Una lotta interiore che ha interessato tutti, nessuno escluso. San Paolo diceva a tal proposito: “Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c’è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio” (Romani 7,18-19). Nel libro dell’Esodo invece è detto: “Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male” (Deuteronomio 30,15); siamo continuamente chiamati a scegliere da che parte schierarci. Sappiamo altrettanto bene che una cosa è scegliere e altra vivere, praticare. Purtroppo le nostre migliori intenzioni si infrangono sugli scogli delle nostre debolezze e fragilità. Ma a Dio non tanto interessa il risultato, la quantità, quanto piuttosto le nostre intenzioni. Perché per quanto generoso possa essere il risultato sarà sempre minimo dinanzi la grandezza di Dio. Le intenzioni invece ci avvicinano a lui nella qualità.
“E’ bene non fare il male ma è male non fare il bene”, afferma Sant’Alberto Hurtado. Allora necessita comprendere come è di vitale importanza allearci col bene e perseguirlo con tutte le nostre forze, consapevoli che solo in Dio e con Dio possiamo conoscere l’ebrezza e le vertigini del bene.
Gesù, nella sua itineranza, spesso, come è raccontato nei vangeli si incontra con le forze del male che talvolta possedevano le persone e le tenevano imprigionate. Lui le libera tutte da ogni vincolo scacciando il diavolo, imponendo la sua forza, la forza del bene che vince il male. Lui stesso fu tentato quando, dopo quaranta giorni di digiuno nel deserto, fu avvicinato dal diavolo. La sua resistenza fu forte, audace e vincente. Ad ogni provocazione rispose appellandosi alla Parola di Dio. Ecco il segreto per vincere ogni battaglia contro il male quando ci avvicina, vuole convincerci, persuaderci, ammagliarci con le sue bugie e i suoi falsi e ingannevoli miraggi. Essere radicati costantemente e permanentemente in Dio. Respingere ogni assalto confidando nell’aiuto e nel soccorso di Dio. Non le nostre forze, ma quella di Dio.
Quando siamo sommersi, circuiti, come direbbe san Pietro nella sua prima lettera:” Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede…”, dobbiamo resistere, respingere rifugiandoci in Dio. Invocare aiuto. Allora, come nel vangelo odierno, Gesù stesso intimerà alla forza del male che vorrebbe dominarci e prevalere: “Taci! Esci da lui!”. Con il diavolo non si combatte, non si dialoga, lo si deve solo respingere, rifiutare con la forza della parola di Dio. Il bene vince sempre sul male. Alleiamoci dunque con chi del bene è la sorgente viva e inesauribile.
Fratelli,
la fede ci dice che tutto coopera al bene per quelli che Dio ama.
Esprimiamo questa nostra certezza
presentando al Signore le necessità dell’ora presente.
R. Mostraci, Signore, la tua misericordia.
Per il popolo santo di Dio,
perché manifesti la fedeltà al messaggio evangelico
nell’amore ai nemici e nella solidarietà verso tutti, preghiamo. R.
Per i ministri del Vangelo,
perché siano i primi uditori e testimoni della Parola
che annunziano al popolo di Dio, preghiamo. R.
Per i fidanzati,
perché scoprano il valore umano e soprannaturale del loro amore
per costruire la famiglia, prima cellula della società e della Chiesa, preghiamo. R.
Per i coniugi separati,
perché alla luce della parola di Dio, con l’aiuto e la comprensione dei fratelli,
possano riscoprire il senso cristiano della vita
e in ogni caso non disperino della misericordia del Padre, preghiamo. R.
Per noi qui riuniti in assemblea,
perché la chiamata del Signore risuoni profondamente nel nostro spirito
e ci guidi a una vera conversione, preghiamo. R.
La tua bontà, signore, non ha confini;
concedi a noi e a tutti gli uomini
la gioia di sperimentare
quanto la tua misericordia
è più grande del nostro cuore.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
O Signore, che ci hai nutriti con il dono della redenzione, fa’ che per la forza di questo sacramento di eterna salvezza cresca sempre più la vera fede. Per Cristo nostro Signore.
IV Domenica del Tempo Ordinario – Anno B – 31 gennaio 2021
E’ bene non fare il male ma è anche male non fare il bene
Dal Vangelo secondo Marco
“In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea”.
Il bene vince sempre sul male. “Tu sei il bene, tutto il bene, il sommo bene”. Così ci insegna san Francesco parlando di Dio. Il male e chi lo impersona è perdente e la sua personificazione lo sa in partenza. Non c’è storia, non c’è speranza che il male vinca, eppure, indomito, vuole combattere, non vuole sottomettersi, non vuole riconoscere il predominio del bene. La lotta tra il bene e il male affonda le sue radici fin dalle origini dell’uomo stesso. Basta pensare a Caino ed Abele. Una lotta che non ha mai cessato d’essere protagonista nel cuore e nell’agire dell’uomo. Una lotta interiore che ha interessato tutti, nessuno escluso. San Paolo diceva a tal proposito: “Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c’è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio” (Romani 7,18-19). Nel libro dell’Esodo invece è detto: “Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male” (Deuteronomio 30,15); siamo continuamente chiamati a scegliere da che parte schierarci. Sappiamo altrettanto bene che una cosa è scegliere e altra vivere, praticare. Purtroppo le nostre migliori intenzioni si infrangono sugli scogli delle nostre debolezze e fragilità. Ma a Dio non tanto interessa il risultato, la quantità, quanto piuttosto le nostre intenzioni. Perché per quanto generoso possa essere il risultato sarà sempre minimo dinanzi la grandezza di Dio. Le intenzioni invece ci avvicinano a lui nella qualità.
“E’ bene non fare il male ma è male non fare il bene”, afferma Sant’Alberto Hurtado. Allora necessita comprendere come è di vitale importanza allearci col bene e perseguirlo con tutte le nostre forze, consapevoli che solo in Dio e con Dio possiamo conoscere l’ebrezza e le vertigini del bene.
Gesù, nella sua itineranza, spesso, come è raccontato nei vangeli si incontra con le forze del male che talvolta possedevano le persone e le tenevano imprigionate. Lui le libera tutte da ogni vincolo scacciando il diavolo, imponendo la sua forza, la forza del bene che vince il male. Lui stesso fu tentato quando, dopo quaranta giorni di digiuno nel deserto, fu avvicinato dal diavolo. La sua resistenza fu forte, audace e vincente. Ad ogni provocazione rispose appellandosi alla Parola di Dio. Ecco il segreto per vincere ogni battaglia contro il male quando ci avvicina, vuole convincerci, persuaderci, ammagliarci con le sue bugie e i suoi falsi e ingannevoli miraggi. Essere radicati costantemente e permanentemente in Dio. Respingere ogni assalto confidando nell’aiuto e nel soccorso di Dio. Non le nostre forze, ma quella di Dio.
Quando siamo sommersi, circuiti, come direbbe san Pietro nella sua prima lettera:” Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede…”, dobbiamo resistere, respingere rifugiandoci in Dio. Invocare aiuto. Allora, come nel vangelo odierno, Gesù stesso intimerà alla forza del male che vorrebbe dominarci e prevalere: “Taci! Esci da lui!”. Con il diavolo non si combatte, non si dialoga, lo si deve solo respingere, rifiutare con la forza della parola di Dio. Il bene vince sempre sul male. Alleiamoci dunque con chi del bene è la sorgente viva e inesauribile.
Fratelli,
la fede ci dice che tutto coopera al bene per quelli che Dio ama.
Esprimiamo questa nostra certezza
presentando al Signore le necessità dell’ora presente.
R. Mostraci, Signore, la tua misericordia.
Per il popolo santo di Dio,
perché manifesti la fedeltà al messaggio evangelico
nell’amore ai nemici e nella solidarietà verso tutti, preghiamo. R.
Per i ministri del Vangelo,
perché siano i primi uditori e testimoni della Parola
che annunziano al popolo di Dio, preghiamo. R.
Per i fidanzati,
perché scoprano il valore umano e soprannaturale del loro amore
per costruire la famiglia, prima cellula della società e della Chiesa, preghiamo. R.
Per i coniugi separati,
perché alla luce della parola di Dio, con l’aiuto e la comprensione dei fratelli,
possano riscoprire il senso cristiano della vita
e in ogni caso non disperino della misericordia del Padre, preghiamo. R.
Per noi qui riuniti in assemblea,
perché la chiamata del Signore risuoni profondamente nel nostro spirito
e ci guidi a una vera conversione, preghiamo. R.
La tua bontà, signore, non ha confini;
concedi a noi e a tutti gli uomini
la gioia di sperimentare
quanto la tua misericordia
è più grande del nostro cuore.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
O Signore, che ci hai nutriti con il dono della redenzione, fa’ che per la forza di questo sacramento di eterna salvezza cresca sempre più la vera fede. Per Cristo nostro Signore.
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